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Brugherio ringraziata in Regione per l’intitolazione a Sergio Ramelli

29 aprile 2025 | 17:10
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Brugherio ringraziata in Regione per l’intitolazione a Sergio Ramelli

Il sindaco di Brugherio Roberto Assi ha ricevuto una targa in Regione Lombardia e un messaggio di gratitudine della premier.

In città, a Brugherio, l’intitolazione di un luogo a Sergio Ramelli ha scatenato polemiche infuocate, scontri tra destra e sinistra in consiglio comunale e il consueto dibattito tra le parti sui social, ma da regione Lombardia e dalla stessa presidente del consiglio Giorgia Meloni sono arrivati i ringraziamenti. Se la Meloni ha affidato il suo messaggio di riconoscimento alle 38 città che in tutta Italia hanno commemorato il ventennale dalla morte del 18enne del Fronte della Gioventù a un video, in Regione si sono fatte le cose in grande, con tanto di cerimonia e targa consegnata al sindaco Roberto Assi e all’assessore di Fratelli d’Italia Enzo Imperato, in presenza dell’assessora regionale Francesca Caruso e dell’eurodeputato Carlo Fidanza. Tutto durante l’iniziativa “Mille città per Sergio”, nell’ambito dell’evento “Le idee hanno bisogno di coraggio” tenutosi ieri all’auditorium Testori di Palazzo Lombardia.

La mozione di Brugherio per la memoria di Sergio Ramelli

Proprio il partito della premier aveva presentato la mozione in consiglio, non senza aspre contestazioni. Il documento era stato ritirato la sera stessa (si è detto per l’assenza del proponente) e ci è tornato il 26 aprile, passando la prova dei voti con i consensi della sola maggioranza e l’indignazione delle opposizioni.

Da parte di Imperato un ringraziamento a Rosario Mancino, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia ed ex coordinatore brianzolo del partito, per la presenza nel percorso che ha portato all’intitolazione.
Alla cerimonia hanno preso parte anche il governatore Attilio Fontana, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il sottosegretario Paola Frassinetti.

Il dissenso nel centrosinistra

Da Brugherio, un commento arriva da Damiano Chirico, consigliere comunale ex candidato sindaco per il centrosinistra. “A fronte di quanto si è visto, troviamo confermato il sospetto che avevamo espresso nella discussione in consiglio – dice – la volontà di strumentalizzare politicamente una vicenda anche drammatica. In pratica usare il morto per marcare territorio dal punto di vista politico”. E ancora: “Aggiungo una cosa spiacevole che però va detta. Rifletto sul fatto che l’Amministrazione di Brugherio non si reca mai al momento del ritiro delle Pietre d’Inciampo dando talvolta il mandato ad Anpi, perché sempre troppo occupata nell’attività operativa. Trova invece il tempo di recarsi in Regione per questo evento. Una scelta legittima, non discuto, ma che rende palese l’ordine delle priorità”.

Da Regione Lombardia

Il presidente della Regione, Attilio Fontana, sui suoi profili social ha ricordato Ramelli come un giovane che “pagò con la vita il coraggio di esprimere liberamente le proprie idee”. “Per troppo tempo – ha aggiunto – la sua vicenda è stata strumentalizzata. Sergio Ramelli va riconosciuto come una vittima di tutti, simbolo delle conseguenze più tragiche dell’odio politico, che in democrazia non può e non deve avere spazio”.

E il presidente del consiglio regionale Federico Romani: “Ricordare oggi Sergio Ramelli significa innanzitutto affermare con forza un principio: in democrazia si discute, ci si confronta, non si uccide. Oggi non vogliamo limitarci a rendere omaggio a una giovane vita spezzata, ma vogliamo ribadire il valore della libertà di espressione e di pensiero nel nome di una società dove ci deve essere spazio per tutti e dove le differenze non devono essere ostacolo ma ricchezza e arricchimento”.

Monza e la violenza giovanile

L’evento ha sollecitato i commenti del mondo politico monzese. Da Monza, Martina Sassoli e Francesco Cirillo, hanno parlato di “gravissimi episodi di violenza” tra i giovani in città e hanno affidato a un comunicato stampa il loro commento. “In una giornata simbolica come quella odierna, in cui si ricorda il brutale assassinio di Sergio Ramelli, ucciso a soli 18 anni per le sue idee – vi si legge – non possiamo voltare lo sguardo altrove. La memoria di episodi così tragici ci impone di non restare in silenzio di fronte a nuove forme di violenza che si ripetono, diverse nella forma ma simili nella matrice di odio e aggressività. All’indomani della tragedia di Monreale, appare indispensabile fermarsi e promuovere una riflessione collettiva, che coinvolga genitori, scuole, associazioni, forze politiche e l’intera comunità educante. Ciò che sta accadendo nelle nostre strade non può più essere archiviato come semplice “bullismo” o comportamento da “maranza”. È tempo di chiamare le cose con il loro nome: siamo di fronte a una vera e propria crisi generazionale in cui giovani si rendono protagonisti – e spesso vittime – di reati gravi e sempre più frequenti”.