Fotovoltaico sì, ma non a scapito dei parchi: mozione in Provincia

30 aprile 2025 | 12:20
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Fotovoltaico sì, ma non a scapito dei parchi: mozione in Provincia

Il gruppo Brianza Rete Comune presenta una mozione per chiedere tutele sull’espansione incontrollata degli impianti fotovoltaici nelle aree green sensibili. “Serve una transizione energetica che rispetti paesaggio, suolo e biodiversità. Privilegiamo il già costruito”

Una mozione per tutelare i parchi regionali e i PLIS (Parchi Locali di Interesse Sovracomunale) dalla diffusione non regolamentata degli impianti fotovoltaici. La proposta è stata presentata dal gruppo consiliare Brianza Rete Comune al Consiglio Provinciale di Monza e Brianza con un obiettivo chiaro: conciliare la transizione energetica con la salvaguardia del paesaggio e della biodiversità. “La normativa vigente non offre sufficienti garanzie in merito alla protezione dei territori più vulnerabili,” spiegano gli esponenti del centrosinistra, “con il rischio che le aree idonee individuate per la realizzazione di impianti di energia rinnovabile non siano congruenti con gli obiettivi di tutela dei suoli, del paesaggio e della biodiversità.”

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Il tema dell’agrivoltaico, cioè l’integrazione tra attività agricole e produzione fotovoltaica, è al centro del dibattito, in Italia e in Europa e tra le varie preoccupazione c’è anche la possibilità di installazioni massive all’interno di aree protette. “Numerose comunità locali e i Parchi Regionali si stanno opponendo alla costruzione indiscriminata di ‘campi fotovoltaici’ all’interno di queste aree, ritenendo che tali interventi possano compromettere irreversibilmente gli ecosistemi e le risorse naturali,” si legge nella mozione.

Il capogruppo Vincenzo Di Paolo ricorda come la Giunta Regionale abbia già approvato un progetto di legge in materia, ora all’esame del Consiglio Regionale: “Noi crediamo che tale proposta possa essere implementata per garantire la maggior tutela del territorio, promuovendo in particolare un’azione di riequilibrio rivolta a zone come quella della Provincia di Monza e Brianza, caratterizzata da un’elevata e diffusa densità demografica, con un consumo di suolo tra i più alti d’Europa.”

Con un indice di urbanizzazione che tocca il 51% e punte superiori al 65% in 16 comuni del territorio, l’area brianzola si conferma, infatti, tra le più antropizzate d’Italia. In questo contesto, sottolinea il consigliere provinciale e sindaco di Seregno Alberto Rossi, “l’installazione di impianti di energia rinnovabile deve essere incentivata privilegiando gli spazi già urbanizzati, come le aree produttive e commerciali, i parcheggi, gli edifici pubblici, le infrastrutture grigie.”

Cosa chiede la mozione

Il documento, in sintesi, chiede al Consiglio Provinciale di esprimersi ufficialmente contro l’installazione di impianti fotovoltaici nelle aree ecologicamente sensibili – Aree Protette, Parchi Regionali, PLIS, Rete Ecologica Regionale e Aree Prioritarie di Intervento – e invita a rafforzare, nella revisione in corso del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), i meccanismi di tutela del paesaggio. La mozione punta a una transizione energetica che tuteli il territorio, specialmente parchi e aree naturali/agricole di pregio, dove gli impianti energetici non dovrebbero finire. In concreto, la richiesta è quella di dare priorità assoluta all’uso di aree già costruite (come tetti, zone industriali o parcheggi) per installare gli impianti. Inoltre sollecita Regione Lombardia a migliorare i suoi strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica, definendo in modo chiaro e coordinato le aree idonee e non idonee e, infine, promuove un’interlocuzione con i Comuni per la tutela degli spazi aperti residui.

“Riteniamo che sia fondamentale da parte della Provincia portare avanti un’azione ferma e decisa di sostegno e accompagnamento delle iniziative dei Parchi Regionali e dei PLIS,” chiosa il consigliere Francesco Facciuto. “Sarebbe opportuno inoltre che la Provincia possa prevedere uno specifico meccanismo di tutela delle aree libere di valenza paesaggistica all’interno dei suoi documenti di programmazione.”